Sono passati trent’anni da quando la televisione, per i giovanissimi di allora, mandava in onda la serie di cartoni animati “Tutti in Campo con Lotti”. Il protagonista di questo manga incentrato sul golf era un adolescente giapponese con la tipica storia familiare problematica: padre morto in un incidente, madre che faticosamente manda avanti un ristorante con il quale arranca per mantenere Lotti e i suoi fratellini.
Proprio per aiutare la sua mamma, il nostro eroe si dà un gran da fare: studia e svolge piccoli lavoretti. Tra questi c’è quello di servire bibite e panini col suo carrettino in un golf club. Un giorno, sul campo da golf, raccoglie la sfida di un giocatore: per vincere un gruzzoletto Lotti deve riuscire a lanciare la palla oltre i 130 metri. All’inizio Lotti fatica ad eseguire i primi colpi ma il giorno dopo, a furia di tentativi, supera la prova, scoprendo un grande talento innato. È in quel momento che scatta in lui la scintilla: il suo obiettivo sarà diventare un giocatore di golf.
Nel corso degli episodi si cimenterà dapprima come dilettante e poi come Pro, accompagnato dall’immancabile caddie donna, con la tipica divisa dell’epoca (velo e una specie di tuta). Per effettuare un colpo, il più delle volte sorprendente con la pallina che si deformava, Lotti aveva la caratteristica di gridare a squarciagola durante lo swing il proprio mantra: “Spa-Ghet-Ti”!
Quel cartone animato, di cui oggi si può trovare qualche spezzone su YouTube, era indubbiamente atipico per le caratteristiche del protagonista, molto diverso dai suoi “colleghi” sportivi sempre prestanti: Lotti era basso e grassottello, dal ciuffo facilmente riconoscibile e dal carattere buono. Nei suoi episodi, dove sempre primeggiavano l’onestà e la simpatia del protagonista, si assisteva anche alla sua crescita sotto il profilo umano che andava di pari passo con quella fisica e golfistica.
Per chi l’ha visto allora e magari ha nostalgia ma anche per chi allora non era neppure nato, la sigla del programma :
